E’ vero che aprire un contenzioso fiscale rischia di costare di più?
Sì, e rischia anche di allungare la durata del processo tributario. È stato elevato da 20.000 a 50.000 il tetto sotto al quale è richiesto al contribuente di inviare un ricorso-reclamo all’Ente che gli richiede i soldi ed avviare un processo di mediazione. In pratica si tratta di anticipare lo stesso ricorso che si presenterebbe in Commissione Tributaria, ma dando all’Ente impositore il vantaggio di prendere più tempo per studiare le contromisure. L’Ente ha 90 giorni per annullare il suo provvedimento, ma è piuttosto improbabile che questo avvenga, perché di solito il contribuente ha già avuto modo di esporre le sue ragioni e, se non sono state ascoltate prima, non è molto probabile che vengano accolte.
Ci sono novità nella rottamazione delle cartelle?
Sì, l’agevolazione che permette al contribuente di chiudere il contenzioso risparmiando le sanzioni è stata estesa alle cartelle esattoriali a ruolo fino al 30 settembre 2017. Inoltre, sono stati riammessi alla rottamazione i contribuenti che non ne avevano usufruito in precedenza e quelli che avevano scelto di farla, ma effettuando pagamenti incompleti o che hanno commesso errori. Per usufruire della rottamazione bisogna presentare un’istanza con la domanda on-line “Fai D.A. te” entro il prossimo 15 maggio. La legge di Bilancio non ha sanato una grave ingiustizia: se il contribuente è in contenzioso e ha vinto i primi gradi di giudizio, come succede nella maggior parte dei casi, non può rottamare perché non ha cartelle a ruolo e, se perde in Cassazione, dovrà pagare per intero le sanzioni.
Si parla di web tax. Comprare su Internet costerà di più?
No: il tributo partirà dal 1° gennaio 2019 e non è detto che questo avvenga. La web tax colpirà solo le transazioni tra imprese. Non è neppure chiaro l’ambito di applicazione, si pensi alla fornitura di dati per i siti o alla vendita della pubblicità; comunque, sarà un piccolo perimetro di attività, perché l’imposta è del 3% ed il gettito massimo previsto di 170 milioni di euro. Se lo scopo è far pagare Società che arrivano a capitalizzare 500 miliardi di dollari, si è lontani dall’equità; la soluzione migliore sarebbe far pagare una tassazione in linea con quella ordinaria o trovare un accordo per una tassa europea sui profitti consolidati.
A cura della Dott. ssa Beatrice Masserini, Studio Cassinis