II 27 dicembre 2017 ha segnato una rivoluzione che potremmo definire non radicale ma incrementale in quanto ANIF aveva già, da anni, percepito e sollevato le istanze dal basso, di un’azienda sportiva dilettantistica. Dal 1 gennaio questo nuovo soggetto giuridico, la società sportiva dilettantistica lucrativa, è realtà ed essere un imprenditore dello sport senza tagliare i ponti con il dilettantismo è finalmente possibile.
Il vantaggio per il mondo dilettantistico è duplice: da un lato viene finalmente stabilita una linea di demarcazione netta tra il profit e il no profit, migliorando le condizioni di molti impianti sportivi che, in risposta alle esigenze di un mercato di praticanti sempre più differenziato e, al contempo, volatile, mostrano una doppia anima, di promozione del dilettantismo e formazione degli atleti fino alle massime espressioni olimpiche ed un’altra, più commerciale, ma orientata all’erogazione di servizi di sport e fitness, utili per la salute, il benessere dei cittadini e la partecipazione alle numerose competizioni dilettantistiche di base. Impianti che ora possono gestire il proprio centro sportivo alla luce di una giurisprudenza chiara.
Tutto questo significa maggiori tutele, soprattutto sul piano dei contratti di lavoro: la legge 205 del 2017, infatti, qualifica ex lege la natura dei rapporti di lavoro in un settore, fino a ieri, non ancora regolamentato dal diritto lavorativo.
È piuttosto chiaro che questa legge ha riempito un vuoto normativo e, in effetti, è proprio questo il punto su cui apologeti e detrattori della società sportiva dilettantistica lucrativa concordano.
Ma allora cosa stiamo aspettando?
Chi oggi vuole trasformarsi o costituirsi in SSDL può in quanto la SSDL è legge e, quindi, è possibile a tutti gli effetti trasformarsi o costituirsi in questo nuovo status.
Eppure ci si trova ancora a “maneggiare” qualche dubbio e punto interrogativo: la neonata azienda sportiva ha avuto la legittimazione legislativa e quella del CONI ma alcuni dei passaggi burocratici che ne permettono un coerente adempimento sono ancora in stand by. Si attende che il CONI renda possibile l’inserimento nella piattaforma, il Registro elettronico, di questa nuova forma giuridica e, cosa ancora più importante, che definisca quelle mansioni che dentro un centro sportivo vadano regolate da contratti di collaborazione. Infatti, la legge delega al CONI la definizione dei ruoli dei collaboratori come accade, per capirci, con le discipline sportive dilettantistiche.
Delibera CONI
Dato che la delibera del CONI sarà successiva alla Circolare del Ministero del lavoro, fondamentale per decretare l’urgenza di iscrizione del lavoratore al Lul da parte delle associazioni sportive dilettantistiche non lucrative, va da sé che l’attesa potrebbe essere esigua oppure dilatata. In ogni caso, nel momento in cui verrà letto questo articolo è probabile che la situazione sia già stata chiarita e nel frattempo sono già tante le trasformazioni in SSDL.
Quali saranno i ruoli regolati da contratti di collaborazione? Siamo certi che rientreranno gli istruttori, le figure amministrativo-gestionali e tutte le:
- prestazioni svolte nell’esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche;
- prestazioni di carattere amministrativo-gestionale di natura non professionale resi a favore di società e associazioni sportivo dilettantistiche;
- prestazioni svolte e finalizzate anche alla formazione, la didattica, la preparazione e l’assistenza all’attività sportiva dilettantistica.
E’ inoltre naturale che le caratteristiche di costanza e ripetitività dell’attività siano quelle che maggiormente qualificano i rapporti di lavoro coordinato e continuativo, escludendo sempre i ruoli di natura professionale.
Circolare Ministero del lavoro
Una circolare attesa con il fiato sospeso perché andrà a definire se la mancata iscrizione al Lul dei lavoratori delle ASD/SSD sarà sanzionabile o meno. ANIF sta lavorando in collaborazione con il Ministro del lavoro, il CONI e gli enti interessati per trovare soluzioni in merito che favoriscono soprattutto le piccole associazioni di base che hanno difficoltà nell’espletare alcuni doveri burocratici.
Uno dei vantaggi di cui però già godono le ASD e SSD, introdotto dalla legge che ha istituito la SSDL è proprio l’esenzione della contribuzione per i compensi al di sotto dei 10.000 euro, compensi che dunque sono già esenti dall’iscrizione al Lul.
Inoltre, un eventuale riscontro dall’Ispettorato del lavoro, ad esempio, farebbe incorrere le società in un rischio calcolato di circa 5.000 euro in più all’anno a fronte di un compenso di 6.000 euro. Il rischio diventa ancora maggiore qualora il rapporto di lavoro venga interpretato come dipendente e non autonomo.
Insomma, facendo una valutazione di costi e benefici, pensiamo che, al di là della imminente Circolare dell’Ispettorato del lavoro, la legge 205/2017 abbia introdotto più tutele che costi.
Articolo di Eliana Fortuna, ANIF
In foto: Vittorio Bosio, presidente CSI, Massimo Cicognani, Vicepresidente ANIF, Giampaolo Duregon, presidente ANIF, Gianfranco Mazzia, Direttore ANIF.