Agosto, palestra mia non ti conosco - La Palestra

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Gestione

Agosto, palestra mia non ti conosco

Il calo di affluenza in palestra, nei mesi estivi, è fisiologico, ma non tutto è perduto. Ecco qualche consiglio per limitare i danni.

Luglio, agosto, ma anche la fine di giugno e l’inizio di settembre possono essere periodi a rischio per il popolo della palestra. Rischio di assenteismo, svogliatezza, pigrizia. Persino la cerchia dei fedelissimi, presenti all’appello 7 giorni su 7 durante il resto dell’anno, allenta il tiro e comincia a mancare la domenica per la tintarella, il sabato per il relax, il venerdì sera per godersi passeggiate e cene al chiaro di luna.

L’estate, il caldo, le giornate che si allungano, fanno gola a tutti e il pensiero di chiudersi dentro le quattro mura della palestra e perdersi tutto il divertimento che c’è fuori è inammissibile.

Per fortuna, per i gestori dei centri sportivi, esistono anche i pentiti dei bagordi invernali, coloro che si iscrivono in palestra a partire da maggio con l’intenzione di perdere i chili accumulati nei mesi freddi. Quelli che hanno rimandato il più a lungo possibile l’esercizio fisico e che si ritrovano a compiere dei veri e propri salti mortali in extremis. La loro è una lotta contro il tempo, perché nel giro di poche settimane si pongono l’obiettivo (irrealistico) di recuperare forma fisica, tonicità, addominali e fianchi piatti.

Da un lato, quindi, gli abituali clienti cominciano a perdere colpi e a disertare sempre più spesso lezioni e sessioni di allenamento, dall’altro, i nuovi avventori si sottopongono a sedute di esercizio massacranti e asfissianti, nella speranza di rimettersi in sesto.

Per evitare l’abbandono in massa delle sale o il loro affollamento improvviso, ma effimero come un fuoco di paglia, i proprietari dei centri sportivi devono studiare una strategia ad hoc, che si basi sull’offerta di qualcosa in più, di allettante, a cui risulti difficile, se non impossibile, rinunciare, anche ad agosto.

La palestra come luogo di socializzazione

Solo chi considera la palestra un luogo di interazione, di scambio reciproco, di relazioni umane, oltre che di allenamento e sudore, ha il piacere di frequentarla quotidianamente, a prescindere dalla stagione. Solo chi associa il momento dell’attività fisica al relax mentale, al benessere psichico, alla possibilità di condividere con un gruppo unito le proprie esperienze, attribuisce alla palestra un’ importanza fondamentale.

Un conto è pensare di dover affrontare un’ora e mezza di spossanti esercizi e sforzi disumani da soli, nel generale menefreghismo, un conto è la consapevolezza di poter scambiare qualche parola con persone amichevoli e di poter stringere legami che vanno al di là dell’ambito bodybuilding o cardiofitness.

Cosa c’entrano direte voi i proprietari delle palestre, con i rapporti e le relazioni che si vengono a creare al loro interno? In che misura i gestori possono intervenire per sviluppare un ambiente sociale stimolante, partecipe e vivo?

L’importanza dell’atteggiamento

I titolari dovrebbero, tanto per cominciare, dare il buon esempio. Dovrebbero essere presenti e partecipi alla vita del centro sportivo, non personaggi invisibili, avvolti da un alone di mistero. Dovrebbero conoscere le problematiche degli iscritti, prenderle a cuore e cercare di risolverle nel breve periodo. Una palestra in cui anche l’ultimo dei soci viene accolto da un sorriso e dalla stretta di mano aperta e sincera del “capo” esprime un senso di familiarità e calore umano.

Insieme con il proprietario, anche tutti coloro che lavorano per lui, a vario titolo, hanno l’obbligo di mostrarsi sempre disponibili e interessati nei confronti dei clienti. Dalle segretarie, alla reception, ai ragazzi che servono dietro il bancone del bar, fino agli istruttori, tutti. Si dovrebbe respirare un’atmosfera serena, gioviale, accomodante, a partire dalla hall fino allo spogliatoio. Non solo quando gli abbonamenti stanno per scadere o si devono “accaparrare” nuovi iscritti, ma anche e soprattutto nei momenti di calma apparente, quando le acque sono tranquille.

Costruire eventi su misura

Un fattore che favorisce la socializzazione all’interno delle palestre è l’organizzazione periodica di eventi e occasioni di incontro, al di fuori degli orari di allenamento. Cene con gli istruttori e gli altri iscritti, feste legate a giorni o ricorrenze particolari, uscite di gruppo per partecipare a corsi di aggiornamento o master class. Deve essere la palestra a promuovere e diffondere la notizia dell’evento, cercando di coinvolgere più gente possibile. Una buona tecnica potrebbe essere quella di appendere in bacheca tutte le informazioni utili, fornendo anche i numeri di telefono e i nomi degli organizzatori a cui è possibile rivolgersi.

In questo modo la comunicazione diventerebbe universale e accessibile a tutti, non solo a gruppetti chiusi, già formati e poco propensi ad aprirsi all’esterno. Quante volte capita di essere tagliati fuori da occasioni di incontro e socializzazione perché nessuno si è preoccupato di avvisarci?

La stessa palestra dovrebbe preoccuparsi di promuovere al suo interno serate divertenti, aperitivi sfiziosi, giornate speciali. Un’idea concreta? La festa di fine anno, pochi giorni prima della chiusura estiva.

Sarebbe l’occasione ideale per salutarsi, scambiarsi gli auguri di buone vacanze, promettersi di rivedersi all’apertura più riposati e motivati che mai, e mettere qualche pulce nell’orecchio dei clienti: sconti a chi confermerà la propria iscrizione entro i primi di settembre, regalini per chi si presenterà con un amico, agevolazioni e vantaggi per i clienti più fedeli.

Tra una risata e un brindisi è più facile strappare un sì…

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