Il virtuale al servizio delle palestre - La Palestra

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Gestione

Il virtuale al servizio delle palestre

Sfruttare lo streaming per allenarsi da qualsiasi luogo, rimanendo connessi con la propria palestra

L’origine del virtuale di successo nel fitness risale alle prime videocassette di Jane Fonda, con la sua lezione di aerobica da seguire davanti alla TV collegata a un videoregistratore. Era il 1982 e quella è stata la cassetta VHS più venduta di sempre, dimostrando che già allora esisteva una straordinaria richiesta per fare attività fisica di quel tipo.
Da allora la tecnologia ha fatto passi enormi trasformando silenziosamente la nostra vita. Ci evolviamo assieme ai nostri strumenti: cambiano gli strumenti e gli strumenti cambiano noi, è un ciclo che si ripete. Quella videocassetta è divenuta prima un DVD, poi con l’avvento di internet migliaia di lezioni sono passate on line, andando ad alimentare quel video streaming che oggi occupa il 57% di tutto il traffico in rete, ed il prossimo anno arriverà all’80%.
Nel fitness questa proposta si è sin dall’inizio concentrata sui fruitori finali, puntando a “disintermediare” la palestra. Questo concetto è alla base di molte altre offerte via internet, dove il servizio mette direttamente in contatto il produttore con il consumatore, come è avvenuto con la musica in modo pressoché totale, ma quasi ogni forma di commercio e di servizi sta subendo una pressione simile. Sia il contenuto dei corsi in cassetta di Jane Fonda, quello delle svariate applicazioni per cellulare e tablet, sia la sconfinata offerta di lezioni presente oggi on line, passavano e passa direttamente da chi le produce al fruitore finale.

Quindi il Virtuale è solo una minaccia per le palestre e per gli istruttori?

Assolutamente no, perché le cose stanno rapidamente cambiando. La prima offerta virtuale che abbiamo visto arrivare nei centri fitness è un’alternativa all’istruttore, con corsi che vengono proiettati più o meno continuamente nelle sale, dove al posto del trainer i clienti seguono un video davanti a uno schermo, o nei rari casi più evoluti una scenografia con ambientazioni quasi cinematografiche.
Sono però arrivati anche altri servizi di streaming trasmessi live e on demand dai club, dove finalmente il rapporto tra palestra, istruttore e utente finale si evolve: internet diventa il media di sviluppo invece che il disintermediatore. Con queste nuove forme di virtuale il cliente ha l’esperienza fisica all’interno del suo centro – che rimane un’offerta ineguagliabile dal digitale – ma può restare in contatto con il suo istruttore abituale e il gruppo a cui sente di appartenere anche quando non li può raggiungere, seguendo il corso da qualsiasi luogo, attraverso un pc, un tablet, uno smartphone o una TV. Si crea così un nuovo valore per il costo dell’abbonamento anche quando non si va in palestra.
È evidente che oggi, se si vuole sfruttare la tecnologia, gli strumenti ci sono anche per gli operatori, ed altri arriveranno, come la realtà virtuale e quella aumentata, appena sarà risolta la limitazione dei visori attuali. I clienti sono da tempo pronti per queste nuove proposte, e probabilmente ormai ne sentono la mancanza. Il cambiamento non può essere evitato, fornisce le opportunità per le innovazioni, dà la possibilità di dimostrare la creatività e di lavorare in modo redditizio.
La porta verso la trasformazione digitale è aperta, basta volerla attraversare.

Vincenzo Lardinelli

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