Il Gestore di palestra e il suo nuovo ruolo - La Palestra

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Gestione

Il Gestore di palestra e il suo nuovo ruolo

Il Gestore di palestra deve diventare causa e non solo effetto delle dinamiche aziendali per favorire la crescita dell’impresa e instaurare una cultura di responsabilità e cooperazione.

Parto col dire che l’azienda è lo specchio dei valori, delle caratteristiche caratteriali, del sistema di credenze e delle competenze dei soci che la compongono. L’azienda tende infatti a diventare quasi sempre l’immagine e la somiglianza dei suoi fondatori.

Questo principio lo rilevo anche nei miei centri. Ogni centro, che ultimamente frequento poco perché vi opera uno o più dei miei fedeli soci, sta acquisendo sue caratteristiche, modi di pensare, credenze, limitanti o potenzianti e difficoltà da risolvere che ricalcano le caratteristiche e il sistema di credenze del mio socio interno. Nonostante la nostra filosofia di lavoro sia univoca, il modo di operare standardizzato e i valori condivisi, ogni centro è in parte (non totalmente) diverso dagli altri. Naturalmente, questo non è un qualcosa di fine a sé stesso, ma ha dei risvolti pratici sulle performance, sia in termini economici che di allineamento dei team.

Successo o criticità, il gestore di palestra è la prima causa

Questo fenomeno porta a fare una profonda riflessione, che non può essere esaustiva in questo articolo, ed è la seguente: come è possibile che, a parità di condizioni intese come sistema standardizzato di lavoro, si possano ottenere risultati largamente diversi?

Mediamente, nelle consulenze che svolgo ad imprenditori del settore, mi rendo conto che viene data troppa importanza alle variabili esterne come fattori che influiscono notevolmente sul benessere aziendale ad ogni livello. Ma la verità è che dobbiamo imparare a vedere l’ambiente come il risultato della nostra relazione con esso. Ed ecco che, in questa ottica, la risposta alla domanda precedente si trova analizzando la figura del titolare, colui che opera all’interno costruendo l’azienda giorno dopo giorno. Il gestore di palestra ha il dovere di sentirsi prima degli altri, causa e non effetto dei risultati che ottiene sia sul piano economico sia nell’allineamento dei team di lavoro.

Fino a quando le cause di alcune criticità vengono proiettate all’esterno, per esempio un collaboratore apparentemente non motivato e distratto, il titolare si sta precludendo una potenziale lezione di crescita dalla quale potrebbe apprendere e acquisire nuove competenze. Il consiglio che mi sento di dare a tutti i titolari è di sentirsi prima causa, e solo in un secondo momento, dopo accurate analisi, eventualmente l’effetto di criticità che si creano all’interno del suo centro.

Il Gestore di palestra: l’unico modo per imparare e crescere velocemente

In questo non sto dicendo che bisogna sempre sentirsi causa di ogni fenomeno, ma sicuramente i titolari sono i primi a doversi fare delle domande sul proprio operato e sul modo in cui si relazionano con il mondo esterno. In questa prospettiva, significa considerarsi parte attiva di tutte le dinamiche aziendali e ciò che otteniamo dall’ambiente sono feedback che servono per trovare risposte più intelligenti per il bene di tutti gli stakeholder interni ed esterni.

Fino a quando le responsabilità restano sui giochi degli altri, non ci può essere crescita

Fino a quando non ci consideriamo responsabili degli eventi, non possiamo assorbire consigli di crescita da terzi. Quando scegliamo di non considerarci causa, i nostri meccanismi di assorbimento della conoscenza non entrano in funzione e non possiamo influenzare le situazioni. Ci sono persone che faticano ad evolversi e sembrano non apprendere mai da determinate situazioni che portano ad inefficienze aziendali. Meta-modellando queste persone quando parlano, mi rendo conto che sono caratterizzate da un tratto comune, ovvero dall’essere sempre sulla difensiva e di proiettare le responsabilità di qualsiasi situazione spiacevole all’esterno. Un approccio di questo tipo non è favorevole alla crescita e ogni situazione in grado di lasciare una potenziale lezione di vita, in realtà, non genera niente di costruttivo, né per la crescita personale né aziendale (Gestore di palestra).

Alla base di questa difficoltà di mettersi in gioco in prima persona spesso si cela un profondo senso di insicurezza e la tendenza a credere che se la responsabilità è propria, il riconoscimento di essa tenderà ad intaccare negativamente la stima che gli altri ripongono nella persona che ha commesso l’errore. Un buon titolare (leader), invece, sa bene che la capacità di riconoscere i propri errori non solo non intacca l’autostima che gli altri ripongono in lui, ma la aumenta poiché gli errori sono umani e le persone lo capiscono.

Il Gestore di palestra: l’effetto specchio

Sentirsi responsabili e causa degli eventi richiede molta umiltà e un’ottima apertura mentale, che vede il titolare protagonista degli eventi che accadono in azienda e non semplice spettatore passivo di fronte ai problemi. Le persone funzionano da specchio, e quello che ci si aspetta da una persona determina l’atteggiamento che la stessa avrà verso di noi. Fondamentalmente, le persone riflettono lo stesso atteggiamento maturato nel trattamento che ricevono. Continuare a considerarsi un “effetto” e a ritenere che il problema siano gli altri, porterà ad ottenere lo stesso atteggiamento di difesa anche dagli altri con conseguente stress, frustrazione e agitazione. Invece, negli ambienti in cui il leader/titolare è il primo a sentirsi responsabile dei risultati ottenuti e delle criticità generate, l’intero team tenderà ad adottare questa forma virtuosa di funzionamento.

Tutti si sentiranno più responsabili delle proprie azioni e tenderanno a riconoscere più facilmente e con serenità gli errori commessi. Ho vissuto sulla mia pelle l’esperienza inizialmente negativa di un professionista apparentemente demotivato o addirittura che sembrava remare contro l’azienda. Cambiando il mio modo di relazionarmi, coinvolgendolo maggiormente nelle dinamiche aziendali e spiegandogli anche il perché determinati processi vanno gestiti in un certo modo, il suo atteggiamento è drasticamente cambiato in meglio.

L’averlo reso partecipe dei processi sottostanti ad un’azienda gli ha permesso di acquisire consapevolezze che l’hanno trasformato in uno dei collaboratori più motivati e allineati. Se mi fossi fermato a considerare lui/lei causa dei miei problemi di allineamento del team, ed io l’effetto (parte lesa), non avrei mai imparato questa lezione. È naturale che un titolare, dopo aver dedicato tempo ed energie ad un collaboratore, se questo non dà i risultati sperati, forse la causa è effettivamente esterna. Ma solo dopo essersi messo in discussione si può arrivare a questa conclusione.

Sentirsi protagonista del cambiamento

Quindi, il consiglio non banale che voglio lasciare a tutti gli imprenditori che hanno criticità da gestire è di iniziare a sentirsi protagonisti degli eventi, in grado di cambiare in meglio la realtà aziendale portandola ad essere ciò che si vuole e come la si visualizza nella propria mente. La proiezione nella realtà di una visione aziendale perfetta richiede lunghe sfide volte al cambiamento, che bisogna affrontare sul campo, giorno dopo giorno, con estrema tranquillità, serenità e senso di responsabilità verso gli altri.

I cambiamenti avvengono sempre per piccoli passi e se c’è qualche processo che non funziona (soprattutto nei rapporti umani), bisogna avere la capacità di sentirsi responsabili del cambiamento possibile e avere la pazienza di fare ogni giorno quel passo necessario per raggiungere l’obiettivo desiderato. Il titolare, a mio avviso, ha il dovere morale di chiedersi dove stanno le proprie responsabilità e quali strategie mettere in atto per cambiare le dinamiche interne. Solo dopo poter cercare le responsabilità al di fuori del nostro mondo.

Fabio Marino
Laureato in Economia della Start-up. Laureato in Scienze Motorie con master in Posturologia. Imprenditore e titolare dei Centri Kinesis Sport . Consulente di Palestre e Centri fisioterapici tematiche: Pianificazione e strategie aziendali-Creazione del Team. Scrittore e autore dei libri per professionisti: “REALIZZA IL TUO SOGNO” e “IL VIAGGIO DA PROFESSIONISTA AD IMPRENDITORE”

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fabio.marino@kinesisport.com

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