Il controllo della legionellosi - La Palestra

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Gestione

Il controllo della legionellosi

Nel mese di maggio 2015 il Ministero della Salute ha pubblicato nuove Linee Guida per il controllo della Legionellosi, che riguardano in modo specifico anche i centri benessere

La Legionella è un batterio che può rivelarsi molto pericoloso per la salute umana. Ha un tasso di mortalità intorno al 10-12% e si manifesta anche in una forma molto simile all’influenza o alla polmonite. Il batterio vive nell’acqua, soprattutto nelle zone stagnanti e paludose, e viene trasportato nelle condotte idriche dove pare aver trovato negli ultimi anni un habitat molto favorevole allo sviluppo.

La contaminazione da Legionella, detta Legionellosi o Malattia del Legionario in ricordo della prima scoperta del batterio nel 1976 in un gruppo di legionari americani tra i quali causò più di trenta decessi, è monitorata soprattutto negli ospedali e nelle strutture sanitarie in genere, nelle strutture turistico ricettive e in tutti quei luoghi dove è presente un sistema idrico sanitario che viene utilizzato dai frequentatori.

Il documento del Ministero fornisce indicazioni anche agli organi di controllo, tenuti a comunicare casi accertati o sospetti al governo tramite un apposito registro nazionale. È necessario prestare la massima attenzione per evitare che nella propria struttura siano accertati casi singoli o cluster, cioè almeno due casi in due anni, poiché i casi accertati vengono inseriti nel registro, consultabile liberamente online anche, volendo, da chi volesse iscriversi alla palestra. Per le strutture a rischio, tra le quali vengono elencate le strutture termali e i centri benessere, è obbligatoria la stesura di un piano di autocontrollo sulla legionella.

L’infezione da legionella avviene tramite le vie aeree. Il batterio deve quindi essere inspirato affinché si possa diffondere e sviluppare nel corpo umano. Per questa ragione anche gli impianti di condizionamento dell’aria, soprattutto quelli di raffreddamento, sono potenzialmente esposti al contagio, così come gli idromassaggi e i bagni di vapore, nonché i vaporizzatori in genere o comunque piscine o vasche nelle quali l’acqua viene movimentata creando la possibilità che piccole particelle di acqua vengano inalate. Le sole piscine invece non presentano solitamente fattori di rischio, in quanto non vi è praticamente mai la presenza di aerosol (in assenza di giochi d’acqua).

Il punto 5.8 delle Linee Guida
Il punto 5.8 delle Linee Guida riguarda la Gestione degli impianti a servizio delle piscine e degli idromassaggi alimentati con acqua dolce. Tale paragrafo raccomanda almeno una volta l’anno la pulizia e la disinfezione shock della vasca, delle tubazioni, la sostituzione dei filtri della vasca (come spesso capita, chi scrive le norme non possiede la competenza necessaria ad evitare di scrivere cose inverosimili ma probabilmente il senso è chiaro), la revisione accurata dei sistemi di circolazione dell’acqua. Si raccomanda inoltre di pulire e disinfettare i filtri ogni tre mesi. Per le vasche idromassaggio invece le procedure si fanno più complesse.

Il Ministero raccomanda innanzitutto che le operazioni vengano svolte da personale esperto, che deve:
– sostituire giornalmente almeno la metà dell’acqua contenuta nell’impianto (solo per vasche con volume inferiore ai 10 mc);
– mantenere una concentrazione di cloro libero in vasca che va da 0.7 a 1.5 mg/l e un valore di pH tra 7.0 e 7.6;
– effettuare un controlavaggio al giorno;
– controllare, almeno tre volte al giorno, la temperature, la concentrazione di cloro ed il pH in impianto (questa ultima citazione non è di chiara interpretazione);
– disinfettare accuratamente l’impianto almeno una volta a settimana.

Il documento prevede inoltre l’impossibilità di utilizzare filtri a cartuccia per le vasche idromassaggio ad uso non privato e l’obbligo di dosaggio automatico di prodotti chimici.  Le prescrizioni gestionali devono essere applicate anche per le vasche in esposizione in centri commerciali o fiere.

I gestori sono tenuti a conservare la documentazione relativa a:
– eventuali modifiche apportate a ciascun impianto a rischio
– interventi di manutenzione ordinari e straordinari, relativi al controllo del rischio, applicati su ciascun impianto a rischio
– operazioni di pulizia e disinfezione applicati su ciascun impianto a rischio.
Tale documentazione deve essere messa a disposizione degli Organi di Controllo quando richiesto.

Per quanto riguarda il monitoraggio, è obbligatorio un prelievo microbiologico per l’analisi della presenza di Legionella con periodicità almeno trimestrale. Il campione deve essere prelevato sia dalla vasca che dalla vasca di compenso, se presente. Il problema più serio è rappresentato dal campionamento del biofilm nelle tubazioni. Il documento cita la possibilità di prelevare il biofilm mediante tamponi con lo smontaggio di bocchette ma raccomanda, laddove ciò non sia possibile, il sezionamento delle tubazioni!

Si cita testualmente: Campioni di biofilm devono essere raccolti con tamponi dall’interno dei getti e alcune sezioni di questi tubi. Talvolta è possibile farlo rimuovendo un getto ma molto spesso sezioni di tubo dovrà essere tagliato per ottenere l’accesso adeguato (pag.40 del documento).

In più, vengono previste le metodologie per il campionamento destinato all’analisi delle altre specie batteriche. L’acqua della vasca deve essere testata microbiologicamente una volta al mese per la conta microbica aerobica totale, coliformi, E. coli e Pseudomonas aeruginosa.

La conta microbica aerobica totale a 37°C deve essere <100 UFC/mL e preferibilmente <10 UFC/mL; Pseudomonas aeruginosa dovrebbe essere presente in concentrazioni <10 UFC in 100 mL e i coliformi assenti in 100 ml.
Neanche a dirlo, i limiti previsti sono, seppure leggermente, diversi da quelli previsti per l’acqua di piscina dalla Tabella A dell’Accordo Stato-Regioni 2003, a partire dalla temperatura di coltura delle specie batteriche prevista qui a 37°C e nella Tabella A a 36 e a 38°C.

Nella Tabella 8 sotto riportata si specificano i tipi di intervento per le vasche idromassaggio.

Sono previste anche specifiche procedure per gli impianti termali, che riguardano principalmente la parte sanitaria di questi stabilimenti, mentre per la parte riguardante le piscine si rimanda a quanto già espresso nel capitolo riguardante le vasche idromassaggio.

Un ultimo importante aspetto riguarda l’obbligo della valutazione del rischio legionellosi per i lavoratori esposti, tra i quali il documento annovera esplicitamente i manutentori ed il personale addetto alla vendita delle vasche idromassaggio. Andranno quindi aggiornati ed integrati i DVR delle aziende che impiegano dipendenti o collaboratori n questo settore.

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