L’educazione motoria preventiva e correttiva - La Palestra

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Fitness

L’educazione motoria preventiva e correttiva

Consideriamo la correlazione fra struttura e funzione applicata al fitness olistico. La visione dell’individuo come un’unità funzionale, un tutt’uno indivisibile nel fitness group

Ormai è divenuto un must: le palestre che si rispettino prevedono in sala corsi attività destinate al lavoro di condizionamento muscolare ad indirizzo posturale, intendendo questo come la possibilità di trovare la giusta armonia psico–fisica. Un tempo veniva definita, impropriamente, “ginnastica correttiva”, ma lo stesso Segio Pivetta preferiva parlare di Ginnastica Medica. Tutto ciò può essere riassunto come Condizionamento posturale e motorio. L’insegnamento in campo posturale o medico riabilitativo potrebbe risultare difficoltoso in sala corsi, vista la presenza di un alto numero di partecipanti alle lezioni.
Si deduce che per iniziare un percorso di questo genere l’ideale sarebbe seguire delle sedute di Personal Training. L’importanza quindi va alla salute dell’individuo visto nella sua globalità come un sistema composto da muscoli, strutture scheletriche, organi interni che trovano il loro collegamento nei centri nervosi della colonna vertebrale. Ogni parte costituente la persona (psiche inclusa) è dipendente dalle altre e il corretto funzionamento di ognuna assicura quello dell’intera struttura, dunque, il benessere.
Il rachide (colonna vertebrale) è l’asse del corpo umano e deve rispondere a due requisiti meccanici: rigidità ed elasticità. Esso può essere considerato simile all’albero di una nave, posato sul bacino che si innalza fino al capo, a livello delle spalle, e sorregge una grossa trave trasversale: il cingolo scapolo–omerale.
A tutti i livelli si incontrano dei tiranti legamentosi e muscolari, disposti come sartie. Quando il corpo è in posizione simmetrica, le trazioni hanno la medesima intensità dall’una e dall’altra parte. I tiranti muscolari regolano automaticamente la loro tensione per ristabilire l’equilibrio tramite il sistema nervoso centrale.

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Paramorfismi e dismorfismi 

Per attuare un ottimale lavoro di condizionamento posturale e motorio, troppo spesso gli istruttori sottovalutano l’importanza dell’anatomia in generale e nello specifico della colonna vertebrale, per poter affrontare un qualsiasi tipo di allenamento e/o di trattamento. Il rachide sul piano frontale si presenta rettilineo, mentre sul piano sagittale comprende 4 curve, instauratesi nel corso dell’evoluzione della razza umana nel passaggio dalla posizione quadrupede a quella bipede.
Le curve che possiamo considerare sul piano sagittale o antero–posteriore sono le seguenti:
– una curva sacrale a concavità anteriore
– una lordosi lombare a concavità posteriore
– una cifosi dorsale a convessità posteriore
– una lordosi cervicale a concavità posteriore.

Queste curve hanno dei valori che, secondo Rocher – Rigaud, quando sono nella norma sono:
– 36° per la lordosi cervicale
– 35° per la cifosi dorsale
– 50° per la lordosi lombare

La modificazione in aumento o in diminuzione di questi valori indicativi può portare all’insorgenza di paramorfismi o dismorfismi. Ci limiteremo, dunque, solo ad accennare alcune nozioni di questo importantissimo aspetto.

Cosa sono i paramorfismi? 
Modificazioni generalmente reversibili che si possono correggere attraverso esercizi specifici di rieducazione posturale, che non comportano alterazioni delle strutture scheletriche. È possibile, però, che queste forme regrediscano se non diagnosticate e trattate precocemente.

Cosa sono i dismorfismi? 
Modificazioni strutturali della normale morfologia corporea. Sono forme più importanti rispetto ai paramorfismi, se trattati precocemente e con interventi adeguati possono migliorare, ma al contrario, se trascurati e sottovalutati si aggravano e progressivamente provocano disturbi funzionali; particolare riferimento a problemi respiratori e circolatori che possono alterare la normale funzione dei processi fisiologici vitali dell’individuo.
Da qui è importante capire che non esiste un protocollo di allenamento, o di trattamento per tutti uguale (standardizzato) ma è possibile altresì poter inserire in un contesto di gruppo, soggetti con “alterazioni” simili, in quanto la specificità del trattamento è fondamentale. Risulta di rilevante importanza uno screening iniziale degli atleti in questione.

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L’importanza della correlazione Struttura–Funzione 

Il Dr. Still, ideatore dell’Osteopatia, diceva che essa poteva riassumersi in un’unica frase “la struttura governa la funzione”.
La perfezione di ogni funzione è legata alla perfezione della struttura portante, se tale equilibrio è alterato ci si trova di fronte a una “disfunzione osteopatica”, caratterizzata da una zona corporea in cui è andata persa la corretta mobilità. L’organismo reagirà a tale disequilibrio creando delle zone di compenso e di adattamenti corporei non favorevoli al benessere generale dell’organismo. Quindi di fondamentale importanza, ancor prima di attuare un programma di “rinforzo muscolare”, è indispensabile utilizzare delle metodiche che possano impedire di sovraccaricare un muscolo scheletrico già retratto.
Da qui l’esigenza di prendere spunto dalla cultura orientale in cui sono state prodotte filosofie e concezioni basate sulla funzionalità del corpo a 360°. Basti pensare alla pratica dello yoga in India e il taijiquan o tai chi chuan in Cina. È interessante notare come, in entrambe le pratiche, lo scopo sia quello di ottenere un miglior equilibrio dinamico delle energie del corpo e, conseguentemente, un miglior equilibrio psicologico, spirituale e fisico.

Le possibilità allenanti nel fitness group 
Numerose alternative sono possibili da attuare in sala corsi sulla base di quanto sovraesposto. Nel costruire un’ottimale lezione di condizionamento posturale e motorio è possibile integrare: allenamento dell’equilibrio, tecniche di PNF, esercizi di Pivetta e di Boeckh Buskies ad indirizzo posturale, principi di Pilates. L’allenamento sull’equilibrio e sulla propriocettività assume un’importanza rilevante. Soprattutto se prendiamo in considerazione il fatto che la neurofisiologia della postura ci fornisce informazioni davvero interessanti. Di fatti è importante sapere, a tal proposito, ciò che succede sia durante la statica che la dinamica di un soggetto nella vita di tutti i giorni. “L’uomo non è mai immobile, oscilla in permanenza secondo ritmi particolari e complessi e l’ampiezza e la frequenza dei quali rendono conto del funzionamento dei circuiti senso–motori.
Questi ultimi partono dai recettori sensitivi e propriocettivi e concorrono a piazzare e a mantenere la proiezione del centro di gravità all’interno del poligono di sostegno e con il minimo di energia” (J.B. Baron). Questa citazione è importantissima per dimostrare che l’allenamento dell’equilibrio è una valida scelta per utilizzare in maniera specifica i muscoli responsabili dell’attività tonico-posturale. Senza sottovalutare il fatto che l’equilibrio e la coordinazione motoria sono di fondamentale rilevanza per andare incontro in maniera adeguata a quel processo fisiologico che prende il nome di invecchiamento.
L’allenamento ad indirizzo posturale è possibile grazie all’ausilio di materiali specifici (oval ball, bosu, elastici, piattaforme propriocettive). Pertanto si possono attuare protocolli per gli addominali, per il cingolo pelvico e/o scapolare, per le qualità dell’equilibrio, per lo stretching, ecc… Un adeguato allenamento caratterizzato da canoni ideali (riscaldamento, fase centrale e cool down) permetterà un risultato adattativo funzionale: un corpo più equilibrato, meglio preparato per compiere in modo efficace qualsiasi azione della vita di tutti i giorni.
Un protocollo di allenamento così concepito, assume un prezioso valore preventivo. Rendere un individuo più forte, più resistente e più flessibile sarà l’obiettivo primario del Condizionamento Posturale e Motorio.

Andrea Bertino

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