E se il nuovo istruttore si “sgonfia” in poco tempo? - La Palestra

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Gestione

E se il nuovo istruttore si “sgonfia” in poco tempo?

Nuove assunzioni e cali di perfor-mance: eccovi i primi tre segnali da osservare per mantenere alta la qualità del vostro servizio

Nello scorso numero vi ho voluto aiutare a scegliere un buon istruttore per la vostra attività, in grado di farla fiorire e riempire di clienti. Se avete seguito anche in parte le mie indicazioni, avrete molto probabilmente scelto una o più figure che rispettino la vostra filosofia e impostazione di lavoro. Ma, al contrario di quello che credete, il bello inizia proprio adesso. Quando si assume una nuova figura nel proprio organico, sarà normale che questa si senta particolarmente motivata e voglia dimostrarvi a tutti i costi che la vostra scelta è stata corretta e che non ve ne dobbiate pentire.

Attenzione però: questa fase solitamente dura dai due ai quattro mesi. In questo periodo il vostro istruttore si dimostrerà attento a mantenere ordine e pulizia in palestra, gentile anche con il cliente più antipatico, sorridente anche nelle sue giornate peggiori, puntuale e addirittura in anticipo ogni giorno di lavoro, disponibile a qualsiasi mansione. E pure voi in questa fase siete più presenti in palestra, dimostrate maggior comprensione, gli spiegate ogni dettaglio dell’attività, lo presentate a tutti e vi ritenete convinti che rappresenti la scelta giusta, quella che per una volta non vi vedrà delusi (e inguaiati), quella che farà esplodere la vostra attività, e di cui tutti parleranno bene. Purtroppo la faccenda non è sempre così rosea, anzi per la verità non lo è quasi mai, e voi, se non fate attenzione e non metterete in pratica qualcuno dei semplici consigli che voglio darvi in questo articolo, vi ritroverete a spulciare curriculum e a prendere il primo scampato che vi darà la disponibilità immediata (è successo anche a me quindi è normale che capiti… l’importante è cercare di farlo capitare il meno possibile e ora nei mie centri di Personal Training Linea Lazy, queste cose non succedono proprio più).

I primi tre segnali a cui prestare particolare attenzione

1) Se dimostra particolare attenzione soprattutto verso il bello/la bella della situazione

Sembra banale e scontato, ma se il nuovo istruttore, o la nuova istruttrice, che inizialmente faceva le schede anche a mia nonna, ora dà consigli e “sostegno” solo alle fotomodelle o al palestrato di turno, qualcosa non quadra. Se ci pensate, la vostra palestra “campa” non di certo per quelle cinque o sei persone fanatiche della cura personale, ma piuttosto per quella grande massa di clienti “normali” che hanno estremo bisogno del consiglio e dell’attenzione del vostro istruttore. Quindi, per prima cosa, occhio alla clientela che il nuovo arrivato preferisce seguire e intervenite subito per farglielo notare e modificare il suo comportamento.

2) Frequenti cambi d’orario e richiesta di permessi

Altro segnale sono le sue richieste di cambio turno. Spesso il motivo è “devo allenarmi”, oppure “ho una cena importante”, o “la mia ragazza compie gli anni”. Molti vengono attirati dal lavoro in palestra perché fa figo, si conoscono molte persone, si chiacchiera un sacco, non ti sporchi le mani, ecc. Ma dall’altra parte di tutti questi lati positivi, dobbiamo fare i conti con gli orari della struttura. Una palestra, ahimé, non ha orari d’ufficio classici e, che vi piaccia o no, il maggior numero di clienti affolla le sale alla mattina presto, tra le 6.30 e le 8.00, a pausa pranzo, tra le 12.00 e le 14.00, e alla sera, dalle 18.00 alle 22.00. Funziona così. Stop. Perché la palestra è un’attività che le persone abbinano alla loro normale quotidianità lavorativa o famigliare. Quindi se il trainer crede che lavorare in palestra significhi avere le sere libere, ha proprio sbagliato mestiere. Senza contare che, spesso e volentieri, le strutture sono aperte il sabato e la domenica, che, a turno, bisogna coprire. Quindi, voi titolari, se vi accorgete che il vostro istruttore vi chiede permessi un po’ troppo spesso, e vorrebbe condurre “una vita normale”, alzate le antenne e fategli immediatamente un bel discorso, spiegandogli che la vostra attività deve funzionare al massimo della sua capacità.

3) Se ne sta con le mani in mano

Ricordate quei primi due mesi in cui il vostro istruttore era praticamente diventato il tutto fare della palestra? Ecco… bei tempi vero? Scherzi a parte, la palestra ha mille mansioni che un istruttore potrebbe svolgere per riempire i suoi tempi morti. È vero che la mansione principale rimane quella di seguire la clientela e fare le nuove schede di allenamento, ma se un istruttore ha voglia di fare, lo si vede anche da come impiega il suo tempo quando la sala è deserta o quando tutti si stanno allenando in modo autonomo. In questa fase però dovete un po’ collaborare anche voi. Nei miei centri di Personal Training Linea Lazy, ad esempio, ho stilato una lista di mansioni che le mie ragazze devono fare nel caso si trovino con tempi morti da coprire. Le mansioni sono elencate per priorità, quindi loro sanno che devono iniziare dalla prima in elenco e scendere man mano che vengono ultimate. Le mie ragazze sono tutte assunte a tempo pieno, e quindi è una mia scelta non dare mai più di 33/34 ore di personal training a settimana, per non sovraccaricarle e lasciare anche delle ore ‘libere’ per occuparsi di altre faccende meno impegnative. Nelle ore che avanzano, o se salta qualche ora di training, loro sanno perfettamente cosa fare, ottimizzando quindi ogni singolo minuto trascorso in struttura. Tra le mansioni ci sono la sistemazione degli schedari, lo studio e la pratica di nuovi esercizi da inserire per la clientela, un giro di perlustrazione e controllo nella palestra (spesso si trovano luci accese, carte per terra, cestini pieni, ecc., e questo peggiora di molto la percezione che il cliente ha della palestra), e altri piccoli ma significativi compiti. Il mio consiglio è quello di preparare una lista delle attività extra e di prendervi del tempo per spiegare questo tassello fondamentale ai collaboratori.

Sicuramente, oltre a questi punti, leggendo l’articolo ve ne saranno già venuti in mente un’altra decina, ma il mio vuole solo essere uno spunto utile e di ispirazione per migliorare sempre più la qualità del vostro servizio e la percezione che date alla vostra clientela. Alla prossima puntata.

Katia Vaccari
Personal Trainer, specializzata in Postura. Titolare dal 2011 di Studio Personal, centro specializzato in Personal Trainer One to One. Ideatrice del Metodo di Dimagrimento Linea Lazy. katiavaccari.pt@gmail.com

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