Multitasking una causa di ansia e stress - La Palestra

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Gestione

Multitasking una causa di ansia e stress

Il multitasking genera ansia e stress anche nella gestione di un centro fitness, come affrontarle e superarle se proprio non possiamo evitarlo.

Il multitasking è stato da molti venerato come una eccellente qualità ma le ultime ricerche evidenziano come sia invece un grande ostacolo che ci impedisce di vivere il tempo presente. Credo che stupirà la notizia che il multitasking riduce la produttività del 40%. Paradossalmente si lavora di più e si produce di meno.
I meccanismi neuronali che vengono attivati dal multitasking sono stati oggetto di studio per molti scienziati. Questi studi hanno evidenziato che la multiprocessualità umana porta a una dispersione di concentrazione ed energia non auspicabile per il benessere della persona. Nonostante queste informazioni la maggior parte di noi tende a svolgere 2, 3 talvolta anche 4 attività contemporaneamente, spesso anche senza che vi sia una reale necessità o urgenza.

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Attenzione: il multitasking porta a perdere il contatto con la realtà

Uno studio effettuato da numerosi psicologi dell’Università di Harvard ha scoperto che l’essere umano passa metà delle ore di veglia a pensare a qualcosa di diverso da ciò che sta facendo e queste divagazioni mentali rendono molto infelici. Sappiate però che la “capacità” di non pensare al tempo presente ha un altissimo costo emotivo. La mente umana si distrae il 46,9% del tempo qualunque cosa faccia. È stato inoltre scoperto che le persone dichiarano di essere più felici quando si concentrano specificatamente su quello che stanno facendo. Questo significa che il livello di felicità è correlato alla capacità di essere presenti alle proprie azioni e di vivere il tempo presente.
Il neuroscienziato e psicologo statunitense Daniel J. Levitin dopo lunghe ricerche è arrivato alla conclusione che quando lavoriamo in modalità multitasking, il rapido passaggio da un’azione a un’altra (context switch) comporta un notevole impegno cognitivo e provoca un incremento della produzione di cortisolo. Questa produzione incrementata di cortisolo e di adrenalina e tutto ciò può creare stress abbassare difese immunitarie e portare ad atteggiamenti aggressivi. Potete trovare molte altre informazioni interessanti nel libro scritto da Levitin: The organized Mind: thinking straight in the in the Age of Information Overload (Dutton Books, 2014).

L’illusione di essere più produttivi e causata da un ormone

Levitin afferma che l’illusione di poter fare più cose contemporaneamente aumenta inoltre la produzione di dopamina, che ci fa sentire momentaneamente soddisfatti e ci induce a produrre un’ulteriore “dose” grazie ad una nuova serie di compiti svolti in rapida successione e alternanza. Una ricerca della University of London dimostra che dedicarsi a più attività nello stesso momento riduce il quoziente intellettivo del nostro cervello con un effetto simile a come se stessimo fumando marijuana. I ricercatori hanno osservato che i vari soggetti adulti esaminati avevano una riduzione di QI.

Questa riduzione in alcuni casi arrivava a quella di un bambino di 8 anni. Lo studio effettuato nel 2009 dall’università di Stanford ha dimostrato che il nostro cervello non è programmato per processare più attività nello stesso momento e quindi è più produttivo se si affronta una cosa alla volta. Anche questo studio ha evidenziato che con il multitasking peggioriamo il livello di efficienza, perché diventiamo più lenti nel passare da un’azione all’altra e incapaci di distinguere tra i vari stimoli che riceviamo le informazioni importanti da quelle irrilevanti.

Multitasking: lavorare in queste condizioni esaurisce anche i gestori degli impianti sportivi

Un’altra ricerca dell’University of Sussex ha dimostrato che i danni al cervello per chi pratica regolarmente multitasking siano permanenti. Gli studiosi hanno condotto esami sul cervello delle persone che passano molto tempo usando diversi strumenti digitali come inviare messaggi con il cellulare mentre si guarda la tv. I risultati sono stati sorprendenti.

Le immagini ottenute con la risonanza magnetica hanno rilevato che chi pratica una densità inferiore nella corteccia anteriore cingolata, ossia la regione responsabile dell’empatia e del controllo cognitivo ed emotivo rispetto a un gruppo campione che non applicava il multitasking. Nel 2013 grazie a uno studio coordinato dalla Michigan State University è emersa una correlazione tra il multitasking umano e la tendenza all’ansia e alla depressione. Questo accade in quanto la pratica del multitasking comporta un più rapido esaurimento di glucosio ossigenato, la sostanza che ci consente di rimanere concentrati. Lavorare in questa modalità quindi causa spossatezza e stanchezza anche solo dopo poche ore.

Come uscire dal circolo vizioso e dallo stress?

Tutto il grande fare giornaliero porta a perdere di vista il motivo per cui stiamo facendo le cose. La modalità del fare eccessivo può portare all’allontanamento dall’esperienza diretta del mondo. Attenzione: il FARE in alcuni casi è una caratteristica utile, funzionale e preziosa ma in molti altri casi si trasforma in una trappola di eccesso di pensieri analisi e valutazioni. Tutto questo porta a distorcere la realtà. Ma è anche certo che la caratteristica della mente è generare pensieri quindi non pensare risulta piuttosto difficile.

Primo consiglio

Non si tratta di non pensare, si tratta di scegliere i pensieri più corretti e funzionali.

Secondo consiglio

Evitate di dipendere solo dal fare e dalle sue circostanze esterne per essere appagati e soddisfatti. Per farlo è utile conoscere il mondo in modo diverso e osservare da vari punti di vista in modo tale da comprendere che quasi nulla è quello che sembra e che nulla è per sempre. Evitate di ancorarvi a delle certezze effimere perché le cose cambiano e talvolta il cambiamento avviene in una modalità esponenziale. Chi rifiuta il cambiamento e non accetta che le cose possano variare avrà stress e disfunzionalità pensieri negativi in abbondanza con conseguenze nefaste sulla salute psico fisica e sul rendimento lavorativo. Per chi cavalca il cambiamento arriveranno tempi interessanti. Per chi non vuole che le cose cambino arriveranno problemi interessanti.

Terzo consiglio

Sviluppate percorsi di crescita ed evoluzione personale per avere una visione più chiara di voi stessi e della vostra vita.

Quarto consiglio

La vita porta a tutti inevitabilmente delle avversità e delle sofferenze. Le sofferenze e le avversità non portano doni o positività ma le modalità con cui si affrontano le avversità possono portare nuovi strumenti utili per farci diventare uomini migliori. Ricordate che quando arrivano avversità e sofferenze è come se la vita ci chiedesse un cambiamento. La vita ogni tanto ci scuote e vuole da noi delle cose e a quel punto un primo importante lavoro è chiedersi: come posso io vivere questa situazione al meglio? come posso io proseguire al meglio nonostante questa situazione?

Ultimo consiglio

Ricordate che se volete emergere e migliorare ed evitare stress ed ansia c’è sempre qualcosa da lasciare andare dentro di noi come convinzioni, false certezze, false identità e fuori di noi come relazioni che si interrompono, cambi di lavoro, cambi di ruoli.

David Cardano
Dottore magistrale in Psicologia-Ipnotista. Master universitario in psicologia dello sport. Dottore magistrale in Scienze motorie. Specializzazione in marketing e posturologia. Esperto in tecniche corporee. Direttore scientifico scuole di formazione e specializzazione: MENTAL TRAINER ACADEMY e HYPNO ACADEMY
www.mentaltraineracademy.com

davidcardano@gmail.com

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