La scelta dei corsi nella propria palestra - La Palestra

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La scelta dei corsi nella propria palestra

La scelta dei corsi, da parte dei gestori, di offrire un programma all’avanguardia rischia di destabilizzare buona parte degli iscritti.

La scelta dei corsi nella propria palestra

Ore 10.00 della mattina. Lunedì. La signora Rossi, casalinga sulla cinquantina, esce di casa dopo aver rassettato i letti e provveduto a rifornire il frigorifero. Ha tutta la giornata per sé e tanto tempo a disposizione. Suo marito è a lavoro, tornerà solo nel pomeriggio. I figli, ormai sull’orlo dei 30, rientreranno a casa per cena. Quando chiude la porta di casa, la signora Rossi indossa scarpe da ginnastica e tiene in spalla una sacca sportiva.
L’aspetta un’ora e mezza di allenamento in palestra. La sua lezione preferita è “Body Work”, esercizi per tutto il corpo a tempo di musica. Ma oggi riceverà un’amara sorpresa perché il suo corso è stato sospeso. Al suo posto è prevista un’ora di “TBC” (Total Body Condition). Con lo sguardo corrucciato la signora Rossi osserva interdetta il nuovo programma di lezioni settimanali… Per lei si mette male: non capisce il significato delle sigle che riempiono la tabella e si considera un’aliena. Tutti quei termini innovativi la fanno sentire a disagio, inadeguata…

Forse la palestra non è più un posto adatto ai cinquantenni come lei. Forse sarebbe il caso di lasciare spazio ai giovani.

Un pubblico variegato

L’esempio della signora Rossi, volutamente provocatorio, mette in luce lo smarrimento e il disorientamento di una persona che non considera l’attività fisica una faccenda di costume e tendenza.

La scelta dei corsi, da parte dei gestori di club sportivi, di puntare su un programma di lezioni all’avanguardia e in linea con le mode del periodo può rivelarsi molto azzardata. Tra i frequentatori abituali delle palestre ci sono tante signore Rossi, legate a un allenamento tradizionale e spaventate dal nuovo che non conoscono. Il bacino di utenza dei centri fitness si è allargato e comprende non solo i patiti, quelli che si mettono in prima fila e non perdono nessuna lezione, ma anche le persone più mature, le donne che non lavorano, le ragazze poco avvezze all’attività fisica, gli uomini che non attribuiscono alla palestra un’importanza primaria.

L’utente che rientra in queste categorie non chiede l’ultima versione di step coreografico high impact… Preferisce allenarsi in armonia con se stesso e col resto del gruppo, senza apparire impacciato e fuori luogo.

La scelta dei corsi: Corsi azzardati

La tendenza prevalente degli ultimi anni è quella di costruire tabelle orarie settimanali innovative e ricche di corsi dai nomi spericolati e avventurosi. Sono moltissime le lezioni in palestra con denominazioni originali legate al fashion. Le formule straniere si sprecano, così come le abbreviazioni, gli acronimi, le parole tronche. L’obiettivo del titolare o del responsabile è quello di trasmettere un’immagine giovane e dinamica del proprio centro, al passo con i tempi. Tale scelta strategica da un lato ha buone probabilità di successo tra gli sportivi a 360°, quelli che si lanciano a braccia aperte in qualsiasi evento fitness, ma dall’altro tende ad allontana re le persone più scettiche nei confronti dell’allenamento, che hanno bisogno di rassicurazioni e certezze.

Il giusto equilibrio

Occorre mantenere un sano equilibrio, che accontenti il maggior numero di frequentatori. Tra cavalcare le correnti d’oltreoceano e rimanere aggrappati al passato, esiste una via di mezzo. Bisogna differenziare la schedule settimanale se non si vuole rischiare di perdere fette importanti di utenza. I corsi che si svolgono di mattina, e che si rivolgono generalmente a donne che non lavorano, a pensionati e a studenti universitari, dovrebbero prevedere lezioni mirate, immediatamente riconoscibili e identificabili dal target principale.
Al contrario, il tardo pomeriggio e la sera la palestra è frequentata soprattutto da giovani e adulti lavoratori, così come da studenti di scuole superiori, ovvero da un pubblico più ricettivo ai cambiamenti e dalla mentalità flessibile. È tale bacino di clientela il più interessato alle novità e pronto a farsi allettare da corsi sconosciuti, dalle definizioni eccentriche. In via generale è importante sempre accontentare tutte le tipologie di utenti e creare una vita di palestra a misura di ognuno.

Un corso… cento nomi

Molto spesso, chi realizza il programma per la sala corsi, dà libero sfogo alla fantasia. I gestori, o i direttori tecnici, danno prova di grande estro e creatività, cercando di sorprendere il pubblico con classi avveniristiche e all’avanguardia. Invece del classico “Gym Tonic” scrivono sulla tabella degli orari “Tone Up” oppure “Body Definition” o ancora “Total Tonic”, per fare più impressione e sembrare ultramoderni.
In realtà, la sostanza della lezione è la stessa, cambia solo il nome che le viene attribuito: si tratta di un allenamento generale per il corpo che mira alla tonificazione e al rassodamento muscolare. Alcune volte, per un’ora di esercizi focalizzati sull’addome si usa l’estrosa definizione “Turbo Abdominal”, giocando con la forza della parola turbo e l’uso del sempre amato inglese. Altri esempi di creatività in sala fitness? La lezione di “Multy Sculpture” non è altro che una lezione di tonificazione; “Aero Tone” significa aerobica + tonificazione, “Jolly Class” lascia una dose di suspence al pubblico e non rivela il tipo di corso in programma.

Sono numerosi gli stratagemmi a cui si può ricorrere per aumentare l’appeal della palestra e invogliare le persone a iscriversi, ma occorre comprendere se sia realmente conveniente puntare sul fattore modernità a tutti i costi. In molte circostanze la chiarezza e l’immediatezza nella comunicazione si rivelano le uniche armi vincenti su cui vale la pena scommettere.

La scelta dei corsi: Il fattore location

La decisione di applicare definizioni suggestive e dal tocco esotico ai corsi di una palestra non può prescindere dalla collocazione geografica di quest’ultima. Se il centro sportivo è un moderno fitness center sito in una metropoli, allora l’inserimento di lezioni all’avanguardia è coerente e necessaria. All’opposto, la palestra si trova in un piccolo paese di provincia, isolato e scarsamente popolato, allora l’adozione di un linguaggio iper moderno risulterebbe fuori luogo. Se, in ultimo, il circolo sportivo si trova nella periferia di una città medio/piccola, allora occorre dosare i termini nuovi con quelli vecchi in maniera sapiente e controllata.

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