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Mononucleosi: cos’è e quali sono i sintomi

La mononucleosi, comunemente nota come la “malattia del bacio”, è una patologia infettiva virale che colpisce principalmente i giovani e gli adolescenti. Si tratta di una malattia caratterizzata da febbre alta, malessere generale, dolori muscolari e ingrossamento dei linfonodi del collo e delle tonsille. La trasmissione avviene attraverso il contatto con saliva infetta, spesso tramite il bacio, ma anche mediante la condivisione di bicchieri o posate. La diagnosi della mononucleosi viene effettuata attraverso esami del sangue specifici, mentre la terapia prevede principalmente il riposo a letto e l’utilizzo di farmaci antipiretici e antidolorifici. Tuttavia, in alcuni casi possono verificarsi complicanze più gravi, per cui è importante seguire attentamente le indicazioni del medico curante. In questo articolo approfondiremo tutte le informazioni utili sulla mononucleosi: sintomi, diagnosi, terapia, complicanze e prevenzione.

Mononucleosi: cos'è e quali sono i sintomi

La mononucleosi è causata dal virus di Epstein-Barr, un virus molto comune che si trasmette attraverso la saliva infetta.

La malattia colpisce principalmente i giovani e gli adolescenti, ma può manifestarsi anche in età adulta. I sintomi tipici sono la febbre alta (spesso superiore ai 38°C), il malessere generale, la perdita di appetito, i dolori muscolari e articolari, l’ingrossamento dei linfonodi del collo e delle tonsille, la faringite e l’affaticamento estremo. Quest’ultimo sintomo è particolarmente significativo, tanto che viene spesso definito “stanchezza cronica”. Inoltre, possono manifestarsi anche rash cutanei e ingrossamento del fegato e della milza. È importante sottolineare che i sintomi della mononucleosi possono essere confusi con quelli di altre patologie virali, per cui è fondamentale rivolgersi al medico curante per una corretta diagnosi. In alcuni casi, soprattutto nei pazienti immunodepressi, può evolvere in forme più gravi come la meningite o la miocardite.

Come si trasmette e chi ne è maggiormente colpito?

La trasmissione della mononucleosi avviene principalmente attraverso il contatto con la saliva infetta, soprattutto tramite il bacio, ma anche mediante la condivisione di bicchieri o posate. Tuttavia, il virus può essere presente anche nelle lacrime, nella sudorazione e nel sangue del paziente infetto. È importante sottolineare che il virus di Epstein-Barr è molto diffuso nella popolazione e che la maggior parte delle persone entra in contatto con il virus durante l’infanzia o l’adolescenza, senza sviluppare alcun sintomo. Tuttavia, solo una minoranza di soggetti infettati sviluppa la mononucleosi.
In generale, i giovani e gli adolescenti sono maggiormente colpiti dalla malattia, poiché hanno un sistema immunitario ancora immaturo. Inoltre, colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini. Infine, va sottolineato che il virus di Epstein-Barr rimane presente nell’organismo anche dopo la guarigione dalla mononucleosi e può riattivarsi in alcune situazioni (come lo stress o un calo delle difese immunitarie), senza però causare necessariamente nuovi sintomi.

Diagnosi e terapia della mononucleosi: cosa fare?

Diagnosi e terapia della mononucleosi: cosa fare?

La diagnosi viene effettuata attraverso esami del sangue specifici che evidenziano la presenza degli anticorpi contro il virus di Epstein-Barr. In alcuni casi, può essere necessario eseguire anche una biopsia dei linfonodi o delle tonsille per escludere altre patologie simili. La terapia della mononucleosi prevede principalmente il riposo a letto e l’utilizzo di farmaci antipiretici e antidolorifici per alleviare i sintomi. È importante bere molta acqua e seguire una dieta leggera e priva di cibi troppo grassi o piccanti. Tuttavia, non esiste una terapia specifica e la guarigione avviene spontaneamente nel giro di 2-4 settimane. In alcuni casi, soprattutto se si verificano complicanze come l’insufficienza respiratoria o l’ittero, può essere necessario il ricovero in ospedale. Infine, va sottolineato che durante la fase acuta della malattia è fondamentale evitare qualsiasi attività fisica intensa o sportiva, poiché potrebbe peggiorare i sintomi e prolungare i tempi di guarigione.

Complicanze della mononucleosi: quali rischi si corrono?

In generale, la mononucleosi è una malattia benigna che guarisce spontaneamente nel giro di poche settimane. Tuttavia, in alcuni casi possono verificarsi complicanze più gravi. Una delle complicanze più frequenti è rappresentata dall’ingrossamento del fegato e della milza, che può causare dolori addominali e nausea. Inoltre, può provocare una riduzione del numero dei globuli bianchi nel sangue (leucopenia), aumentando il rischio di infezioni secondarie. In rarissimi casi, può evolvere in forme più gravi come la meningite o la miocardite, che richiedono un trattamento medico urgente. Infine, va sottolineato che la mononucleosi può lasciare un senso di stanchezza e debolezza anche dopo la guarigione, soprattutto nei giovani atleti o nei soggetti con un sistema immunitario compromesso. Per questo motivo, è importante seguire le indicazioni del medico curante e riprendere gradualmente le normali attività quotidiane solo quando si è completamente guariti dalla malattia.

Come prevenirla e quando riprendere le normali attività quotidiane dopo la malattia

Non esiste un vaccino specifico per la prevenzione della mononucleosi. Tuttavia, è possibile ridurre il rischio di contagio adottando alcune semplici precauzioni igieniche, come lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, evitare di bere dallo stesso bicchiere o mangiare dallo stesso piatto di una persona infetta e non condividere oggetti personali come spazzolini da denti o rasoi. Inoltre, è importante evitare contatti stretti con persone infette durante la fase acuta della malattia.
Per quanto riguarda il ritorno alle normali attività quotidiane dopo la malattia, bisogna seguire attentamente le indicazioni del medico curante. In generale, è consigliabile riprendere gradualmente l’attività fisica e sportiva solo quando i sintomi sono completamente scomparsi e ci si sente in buona forma fisica. Tuttavia, va sottolineato che la sensazione di stanchezza e debolezza può persistere per alcune settimane anche dopo la guarigione dalla mononucleosi, per cui è importante non forzare troppo l’organismo e riprendere le normali attività quotidiane in modo graduale e progressivo.

In conclusione

La mononucleosi è una malattia virale infettiva che colpisce principalmente i giovani e gli adolescenti. Non esiste un trattamento specifico per la mononucleosi e la guarigione avviene spontaneamente nel giro di 2-4 settimane. Tuttavia, in alcuni casi possono verificarsi complicanze più gravi, per cui è importante seguire attentamente le indicazioni del medico curante. Per prevenirla, è possibile adottare alcune semplici precauzioni igieniche come lavarsi spesso le mani e evitare il contatto con persone infette durante la fase acuta della malattia. Infine, dopo la guarigione è importante riprendere gradualmente le normali attività quotidiane e l’attività fisica e sportiva solo quando ci si sente completamente in forma fisica. Seguendo queste semplici precauzioni si può prevenire il contagio della malattia e favorire una pronta guarigione senza rischi per la salute.

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