Pilates VS Functional Training: Il Ring - La Palestra

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Fitness

Pilates VS Functional Training: Il Ring

Si può usare uno strumento tipico delle lezioni di Pilates come il Ring, in modo alternativo, per un allenamento Functional?

O ggi vorrei analizzare insieme a voi l’evoluzione del fitness dall’avvento del Pilates per scoprire che Pilates e Functional Training hanno molti punti in comune e che, forse, il boom del Functional Training ha un’origine molto, molto comune alla tecnica Pilates. Intanto vorrei sottolineare i principi base della tecnica Pilates, principi pressappoco comuni alle diverse “scuole di pensiero”:
– respirazione
– core
– consapevolezza
– allineamento
– controllo.

Questi i principi da cui, secondo me, non si può prescindere quando si parla di Pilates e che ritengo essere gli stessi quando proponiamo allenamenti Functional.

Punti di contatto tra Pilates e Functional Training
L’avvento della tecnica Pilates ha portato nelle palestre maggiore rispetto per il corpo, per l’equilibrio inteso come punto di incontro tra due opposti, tra due forze: mente-corpo, agonista-antagonista o due concetti come statico-dinamico. In un’era in cui tutto sembrava essere stato inventato e sperimentato, dove “l’eccesso” aveva preso il sopravvento sul buon senso, torna improvvisamente l’esigenza di consapevolezza come cura, come strada per ritrovare il gusto del movimento, il piacere di ritrovarsi.

Il Functional Training credo che sia semplicemente l’evoluzione di questi concetti, esplorati in modo pacato attraverso il Pilates, sviluppati in modo più dinamico ed energico con il Funtional.

D’altronde, scoprire che il corpo è una macchina perfetta e che può migliorare se allenata con stimoli adatti al suo naturale muoversi su più piani contemporaneamente, usando solo il proprio peso corporeo o piccoli strumenti che ne migliorino le capacità coordinative e condizionali, è cosa comune in questi tempi, ed è proprio in questi anni, infatti, che Pilates e Functional Training hanno invaso i nostri centri.

Ora la mia domanda è: secondo voi possiamo usare uno strumento tipico delle lezioni di Pilates come il Ring e farne un uso alternativo per un allenamento Functional? Risposta: assolutamente sì, basta non snaturare le cose ed eccedere in forzature che renderebbero poco credibile la scelta effettuata.

Il Ring nel Pilates
Intanto vediamo cos’è il Ring: una lamina di metallo rivestita in pvc, con due piccole maniglie sui due lati del cerchio (la forma del Ring, appunto). Nel Pilates, il Ring è un ottimo supporto per “facilitare” alcuni esercizi come il Roll Over (il Ring tenuto fra le ginocchia facilita il sollevamento del bacino da terra nell’azione di avvicinamento al tronco, sfruttando la contrazione degli adduttori che facilitano la retroversione del bacino); per “guidare” come nei Roll Down con torsione (il Ring tenuto tra le mani a braccia tese consente di essere un punto di riferimento importante per consentire la torsione nel tratto dorsale, permettendo di prestare maggiore attenzione al corretto allineamento del cingolo scapolo-omerale); per aumentare la “consapevolezza” corporea come nel caso dell’Hundred (tenendo il Ring poggiato a terra con una mano ed il braccio teso mentre l’altro si muove ritmicamente dall’alto verso il basso lungo il fianco, percepisco la destabilizzazione del movimento e comprendo meglio come gestire e controllare tale destabilizzazione attivando maggiormente i muscoli stabilizzatori); per “incrementare” come nel Side to Side (poggiando il Ring sulla parte esterna della coscia dal lato del movimento, effettuo una controtensione tenendo il Ring con la mano aperta per aumentare l’attivazione dei muscoli obliqui nella fase di torsione).

Il Ring nel Functional
Così come per il Pilates, allo stesso modo mi viene in mente che basta pensare ad esercizi come uno squat o un affondo, per trovare soluzioni interessanti sfruttando le qualità elastiche del Ring. Se solo pensiamo a quanto sia frequente osservare uno Squat fatto con un inconsapevole atteggiamento di intra-rotazione, se non addirittura con una pericolosissima inversione dell’articolazione tibio-tarsica (a catena chiusa si innescano naturalmente meccanismi di intra-rotazione), possiamo già immaginare quanto un Ring, tenuto senza pressione tra le ginocchia, possa aiutare a percepire il corretto allineamento di anca, ginocchio, caviglia ed evitare tutti quei pericolosi movimenti di “fuga” che rischiano di danneggiare le articolazioni appena elencate.

Ancora, pensando ad un affondo, propongo il Ring tra le mani a braccia morbidamente distese ad altezza petto. Mentre effettuo l’affondo per dietro, cerco una torsione del tronco dal lato della gamba che è avanti. Il Ring mi aiuta a stabilizzare il cingolo scapolo-omerale e ad effettuare una reale torsione del rachide piuttosto che un inutile ed ingannevole spostamento delle spalle. Per ultimo, come per il Pilates, il Ring potrà incrementare l’attivazione degli erettori spinali e della tenuta addominale se, disteso prono su un tappetino, effettuo movimenti del nuoto a stile libero mantenendo alternativamente la mano del braccio che resta disteso a terra, poggiata sul Ring, evitando di schiacciarlo con il peso del corpo. In questo esercizio alleno in modo molto intenso i muscoli stabilizzatori della scapola, evitando che questa si scolli o si elevi.

Spesso, troppo spesso, abbiamo a disposizione strumenti che finiscono, con il tempo, nel dimenticatoio, inutilizzati dopo un intenso periodo di sfruttamento. Prima di essere pronti a comprare un nuovo attrezzo, siamo sicuri di aver sfruttato nel migliore dei modi le infinite caratteristiche di quelli che già abbiamo? Con un pizzico di fantasia potremmo scoprire che il corpo ci offre sempre mille soluzioni… basta avere ogni volta lo strumento giusto!

Buon allenamento!

Manuela Zingone


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